Tra le 24mila persone sbarcate in Italia solo nei primi tre mesi del 2017 vi sono 2.293 minori non accompagnati. A Palermo si affronta l’emergenza con un impegno quotidiano. Tra le strutture che accolgono i minori stranieri vi è la “Casa dei Mirtiâ”, gestita dal centro diaconale Valdese. E’ una comunità alloggio di tipo familiare per ragazzi dai 14 ai 18 anni, accreditata dal Comune di Palermo. Una struttura d’eccellenza nel suo genere, con un’equipe di operatori che accompagna e sostiene i ragazzi in un percorso d’integrazione. Un progetto a tempo che”inizia per concludersi”; il centro diaconale sosterrà i minori per il periodo necessario ma la loro volontà e disponibilità sarà fondamentale. Nel tentare di raccontare questo loro passaggio da un passato spesso traumatico, con un viaggio nell’inferno della Libia e quindi nei fatiscenti gommoni da incubo fino ad un nuovo inizio in Sicilia, ho chiesto loro di darmi qualche spunto su cosa rimpiangono, cosa hanno trovato che li conforta, e in cosa sperano, parole e gesti di adolescenti in fuga, invisibili e in sospeso.
During the first three months of 2016, twenty-four thousand migrants landed in Italian coasts, among them Two thousand two hundred ninety-three are minors. The city of Palermo deals with this emergency daily. “Casa dei Mirti” is one community house for unaccompanied foreign minors, managed by Waldensian Diaconal center. A structure of excellence hosting minors between 14 and 18 years old, with a team of operators and humanitarian workers accompanying and supporting children on a path of integration. While trying to visual represent the experience of the teenagers in the community, coming from a traumatic past ended in a nightmare journey through the hell of Libia and barely survived to the sea crossing in derelict boats, I asked them to give me some suggestion, a word or an image linked to a lost past, to the new life, to the uncertain future, words and images of kids in between two worlds.