Il Muro di Tijuana

Il Muro di Tijuana

Tijuana nasce, vive e continua a crescere in funzione della frontiera; diventa importante ai tempi del proibizionismo, quando un’italo-americano col fiuto per gli affari aprì un locale dedicato interamente a chi volesse venire a spassarsela qui. Successivamente ne aprono altri e con l’alcol va a braccetto la prostituzione. In quell’epoca la frontiera consisteva in una casetta con un poliziotto mezzo addormentato dentro. E fino al 2001 e’ stato piu’ o meno così, finché non scatta, dopo l’11 settembre, il protocollo sicurezza. La frontiera simbolica viene affiancata da un muro più alto, un precipizio, varie torrette di guardia, infrarossi, droni, jeep e moto in continuo movimento. Insomma un campo minato che lascia poche speranze. Più in la, nel deserto, c’è meno sorveglianza, ma non è detto che se riesci a passare non trovi dall’altro lato un “cowboy” che ti spara perché sei nella sua proprietà. A Tijuana sono in molti quelli che arrivano per passare “dall’altra parte” ma ancora di più sono quelli che vengono rispediti indietro: i deportati. Molti di loro non hanno nessun contatto in Messico, alcuni non parlano neanche più lo spagnolo e quando vengono deportati escono da una porticina nella frontiera e si ritrovano a Tijuana. La reazione spontanea di molti è quella di rimanere lì, vicino alla frontiera, con la speranza di tornare al più presto negli USA. Si costruiscono una baracca e rimangono lì, nel cosidetto “bordo”, l’ex fiume Tijuana. Oggi il Bordo conta circa 4000 persone.

 

Tijuana born, leave and still growing because of the border. It became famous in time of prohibition in USA, when the people start going to Mexico to enjoy a weekend. In that time the border was just a small house with just one old policeman. But after 2001 the security protocol change everything: the small border became hyper controlled with cameras, temperature sensores, elicopters and lot of patrols. At the moment cross that border illegally is almost impossible. A lot of people that try this venture are deported, most of them have no contacts in Mexico, when they get deported they arrive from a small door in the border and the first reaction is to stay there, living close to the border, with the hope of “jump” on the other side. They build a hut and stay there, in the famnus “Bordo” the old Tijuana river. At the moment around 4000 people live in this area.


Borderlife in Tijuana – Images by alessandro parente