- Idee e capacità imprenditoriale hanno portato la Chimet di Arezzo, gestita dalla famiglia Squarcialupi (Sergio il padre e Andrea il figlio), duecento dipendenti (non ha perso un posto di lavoro e ha triplicato il fatturato dall’inizio della crisi passando da 500 milioni a 1,6 miliardi (2012). L’attività, che si avvale oggi degli oltre cinquanta anni d’esperienza, nasce come divisione interna della Unoaerre, una delle prime aziende orafe in Italia. Un faro in un distretto industriale, quello orafo dell’aretino, dove molte aziende hanno chiuso o altre sono state salvate in extremis come la leggendaria Unoaerre. Presa dallo stesso Sergio Squarcialupi che in in buon accordo con sindacati e regione Toscana ha eliminato il rischio di una estrema riduzione del personale.
Chimet recupera i “residui nobili e preziosi “ da rifiuti industriali, ma l’intuizione che ha fatto da volano è stata quella di recuperare oro dai computer fuori uso e dai telefonini in questo periodo in cui l’oro è molto richiesto (costa molto 35 euro al grammo) come bene rifugio.
Oppure estrae platino e palladio dalle marmitte catalitiche. Il Palladio, utile per l’industria farmaceutica, viene esportato in Cina (tra le poche aziende in Italia che esporta e non importa dalla Cina) una volta estratto e lavorato in un’altra azienda del gruppo.
Loro sono la differenza: quasi tutti comprano oro grezzo dall’estero, in lingotti per farne gioielli e
Arezzo (Italy), The Chimet company recovers precious metals (gold, platinum, palladium, iridium, silver) from waste materials such as catalysts, mufflers, batteries, phones electrical contacts, computers or industrial waste materials.
Chimet – Images by Massimo Di Nonno